Carabinieri: quell’isola nel Corno d’Africa.

C’è un piccolo Stato nel Corno d’Africa appena sopra la Somalia, uno Stato che geograficamente un’isola non è, ma che, per il contesto ambientale, diventa una piccola isola felice.

Siamo a GIBUTI, uno Stato grande quanto la Lombardia incastrato nel Corno d’Africa proprio all’imbocco del Golfo di Aden in una posizione strategica per il transito dal canale di Suez.

Anche in questo piccolo Stato, distante 7 ore di volo dall’Italia, ci sono i Carabinieri, c’è la bandiera italiana che sventola in una base italiana interforze.

Quello che ufficialmente fanno i Carabinieri a Gibuti è l’addestramento delle forze di polizia somale.

I poliziotti somali partono dalla loro martoriata Somalia e giungono a Gibuti, in quella che per loro è una vera isola felice, per addestrarsi a rendere il proprio Paese sicuro e prospero.

MIADIT SOMALIA Parlare di addestramento non rende però l’idea di quello che accade in quel remoto Stato africano.

Vedere quei giovani poliziotti somali scendere dall’aereo dell’Aeronautica Militare con i loro volti stanchi, il viso magro, vestiti a malapena e desiderosi di calore umano oltre che di addestramento è un’emozione che difficilmente si riesce a trasmettere.

L’addestramento dei Carabinieri inizia proprio dall’aspetto umano, questi giovani poliziotti vengono rifocillati e vestiti.

Il loro volto cambia minuto dopo minuto. Cibo, acqua, uniformi nuove e soprattutto nessun rischio di essere colpiti da proiettili o di saltare per aria con una bomba.

Inizialmente un po’ di diffidenza è naturale, nonostante molti parlino italiano e qualcuno parla del nonno che gli parlava dei Carabinieri in Somalia durante il periodo coloniale. I sorrisi pian piano aumentano e la fiducia cresce.

L’addestramento dura 12 settimane, quei ragazzi, visti all’inizio magri e impauriti, dopo quel periodo sono fieri delle proprie capacità, sono pronti a difendere la propria Nazione.

Alla cerimonia finale cantano il loro inno nazionale tutti assieme a prescindere dalla provenienza geografica ed etnica, sanno marciare, sanno muoversi da poliziotti in contesti urbani.

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Ma quel che conta di più, hanno instaurato un legame con quei Carabinieri che difficilmente si può vedere in attività simili.

Si diventa amici, si piange prima di partire, abbracci e lacrime sono il simbolo del successo dell’attività addestrativa.

Perché in fondo a quegli uomini l’addestramento è stato senza dubbio utile e importante, ma il calore umano di quegli uomini e donne vestiti in blu e sempre col sorriso è quanto di più importante da portare a casa dopo le 12 settimane trascorse a Gibuti.

In fin dei conti il vero addestramento di un poliziotto nasce dall’umanità e dall’attaccamento al proprio lavoro.

Qualcosa che i Carabinieri hanno senza dubbio trasmesso. Buon lavoro colleghi somali, buon rientro nella martoriata Somalia.

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