E’ morto Ermes Mattielli, l’uomo che sparò ai due ladri. Per il guardasigilli Orlando la condanna è stata giusta.

Ermes Mattielli, l’ex rigattiere di 62 anni di Arsiero, condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione dal Tribunale di Vicenza per aver sparato alcuni anni fa a due rom che si erano introdotti in piena notte nel suo deposito di ferri vecchi per rubare, è morto a causa di un infarto mentre era ricoverato nell’ospedale Santorso dopo essere stato colto da malore.

Mattielli che prima del malore era stato intervistato più volte sui media sia per la sua vicenda ma in supporto di altre analoghe, era stato condannato anche a risarcire i due nomadi, con una provvisionale di 135mila euro.

L’uomo è stato colpito da un problema cardiaco pagando forse lo stress accumulato nell’ultimo mese vissuto prima nella paura e quindi in continua esposizione mediatica.

Mattielli si è sentito male nella tarda serata di mercoledì in casa: dopo essere stato soccorso è stato trasportato nel nosocomio dell’Alto Vicentino e subito trasferito nel reparto di rianimazione, dove si era stato posto sotto osservazione.

La notizia del malore e del successivo ricovero si era diffusa rapidamente su alcuni social, tra cui facebook, dove i sostenitori e i responsabili del comitato “Noi siamo Ermes Mattielli” gli avevano sporto gli auguri di pronta guarigione. «Lo avevo incontrato pochi giorni fa – ha commentato Matteo Salvini – la Lega lo stava aiutando. Ermes è una vittima dello Stato, uno Stato amico dei delinquenti. Una preghiera e tanta rabbia: Ermes uno di noi»

Per il Guardasigilli la condanna di Ermes era stata giusta

Una condanna, quella nei confronti di Ermes Mattielli, che per il governo Renzi non aveva motivo di essere contestata.

«Nel caso specifico – ha detto il Guardasigilli Andrea Orlando rispondendo a un’interrogazione parlamantare – il giudice di primo grado ha ritenuto che non sussistessero gli elementi tipici della legittima difesa, né quelli dell’eccesso colposo, argomentando la propria decisione in ragione degli elementi di fatto, in particolare dei 15 colpi di arma da fuoco esplosi dal commerciante vicentino nei confronti dei suoi aggressori dopo che i due, già colpiti, erano a terra.

La pronuncia, come ovvio, soggiace ai normali rimedi di impugnazione e non è sindacabile nel merito da parte del ministero».

Oggi la notizia della morte per infarto. Il rigattiere non farà in tempo a fare alcuna impugnazione.

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