Lettera aperta di un Forestale al Comandante Generale Arma Carabinieri Tullio Del Sette.

Egregio Generale il rispetto e l’obbedienza che si devono ad un Comandante del suo rango e statura morale, non possono tuttavia frenare l’ardire di rivolgermi a Lei apertamente e con sincerità.

Sono un appartenente al Corpo Forestale dello Stato che a Lei ricorre in prima persona e anche a nome dei colleghi che vorranno condividere, esprimendo il dolore e lo sconcerto, insieme all’indignazione per quanto potrebbe accadere al nostro amato Corpo Forestale.

Con un colpo di spugna la dignità, la passione di migliaia di uomini e donne che amano questa divisa e quel che significa, potrebbero venire immolate oltraggiosamente, in nome di una ipocrita operazione di alleggerimento della Pubblica Amministrazione, finalizzata come si sente dire, ad eliminare cosiddette sovrapposizioni.

Signor Generale i Forestali sono unici, come lo sono i suoi Carabinieri e svolgono senza ricalchi di funzioni il loro quotidiano servizio. Sono le Guardie Forestali (Amo e inorgoglisco a sentirmi tale) a leggere quotidianamente il territorio montano, boschivo, rurale della nostra Patria; il ricorso al verbo leggere non è improprio, perché siamo noi che interpretiamo con specifica professionalità i segnali che queste meravigliose, delicate realtà ci comunicano; agendo con prontezza, perché un principio d’incendio non diventi un rogo immane, con competenza segnalando, ahimè spesso inascoltati, affinché uno modesto smottamento non si trasformi in un disastro idrogeologico.

Secondo quanto trapela da questo piano, sarebbe disonesto affermare che il personale di una piccola Stazione Forestale, confluito in una più grande dei Carabinieri, potrà continuare a svolgere il quotidiano Servizio d’Istituto, di controllo del territorio agro silvo pastorale e magari per esempio di censimento dell’infestazione di processionaria, di valutazione dell’incremento della massa legnosa di un bosco utilizzato, o di accompagnamento di un diversamente abile a conoscere piante e animali in una nostra riserva. In verità temo che saremo fagocitati dalle vostre legittime, diverse esigenze di servizio e non potremo più garantire la nostra specificità.

Le Procure di tutta Italia ci apprezzano ed è vero che ci siamo distinti in ogni dove per competenza ed abnegazione, una per tutte la“Terra dei Fuochi”; a proposito, chissà se le future generazioni di abitanti di quei luoghi potranno mai godere di una effettiva bonifica , dai veleni tombati nel sottosuolo, scoperti dalla Forestale. Abbiamo anche condotto brillanti operazioni contro le nuove agromafie, ma venuta meno la quotidianità di una pattuglia di Forestali che per costume non frequentano molto le prime pagine dei giornali, si contribuirà con certezza alla distruzione dell’ambiente, consegnandolo agli abusi edilizi, alle discariche abusive, alla distruzione del patrimonio boschivo nazionale.

Non solo, ma siamo tra coloro in Italia che lottano per impedire che sulle tavole degli Italiani e non solo, arrivino prodotti alimentari contraffatti o peggio adulterati da operatori senza scrupoli che magari si nascondono dietro claims salutistici, o accattivanti marchi.

Questo è ciò che va detto alla popolazione italiana che inconsapevole potrebbe credere all’eliminazione di un ente inutile, appoggiando la soppressione del CFS, per motivi nascosti ai più, ma ben noti a chi avrebbe campo libero nelle scelte ambientali ed agricole del Paese.

Il vostro “ usi obbedir tacendo….” Non è mai stato distante dal nostro silenzioso operato, cui sono stato educato da mio padre a suo tempo, dal mio comandante di stazione e così proseguo oggi, con i miei giovani collaboratori.

E’ questo il vero pericolo che si nasconde dietro i proclami, ventilati da chi non si rende conto di che significhi, per il Paese intero, smantellarci, altro che riorganizzazione, potenziamento e unitarietà! Questo lavoro non si improvvisa, è tramandato da due secoli quasi, come i vostri che avete già compiuto, e deve restare un vanto italiano. Sono oggi chiamato ad indagini di alto profilo nella sede dove lavoro, ma non dimentico mai come diceva un mio Comandante di Battaglione, “Siete truppe affardellate dal passo lento e siete quelli del vincolo” (idrogeologico).

Evangelicamente mi insegnano che la sofferenza educa all’obbedienza, ma io Le rappresento l’imbarazzo ad obbedire ad un ordine che sottende uno spot di efficienza governativa che recita “da cinque a quattro… “, (per i non addetti ai lavori , Forze di Polizia), passando come un rullo sulle nostre vite e sulle nostre famiglie, senza ascoltarci.

Anche noi abbiamo giurato Fedeltà alla Repubblica, mai però avrei pensato che un impegno solenne potesse diventare oggetto di un carosello pubblicitario !

Alla sua gloriosa Arma non farebbe onore prestarsi al forzato arruolamento di uomini e donne frustrati dall’aver vissuto la fine di un ideale di vita; pensi se domani qualche buontempone provasse a far qualcosa di simile con la Benemerita, sostenendo che siete i doppioni di qualcun altro.

Sono figlio di Forestale e di uno di quelli che raggiungerebbe volentieri i boschi del Paradiso, con in dosso gli scarponi ed il suo berretto ornato di aquila che posa sui martelli forestali, tanto ama la nostra Forestale e per quanto è ancora più triste di me, in questo momento.

Per i motivi esposti, il mio è uno sfogo filiale, è l’appello ad un galantuomo che incarna la figura paterna per i suoi Carabinieri e che sono certo anche per i Forestali, mai si presterebbe a logiche , lontanissime da quelle cui siamo votati, ovvero la solidarietà civile e lo spirito di Corpo.

Questi mesi di incertezza stanno provocando notevoli danni, il Personale è disorientato, privato della sua identità. Il nostro Santo Patrono S. Giovanni Gualberto, fondatore dell’abbazia di Vallombrosa ( che guardi com’è la vita…, fu il luogo dove Lorenzo il Magnifico si ritirava per prendere le decisioni più importanti) era un monaco che perdonò l’assassino di suo fratello, lottò contro la simonia e amava piantare abeti sui poggi brulli del Casentino; pensi a questa ulteriore mancanza di rispetto nei nostri confronti, nel non poter più coltivare, neanche questo sentimento. S. Giovanni Paolo II si faceva spesso accompagnare da un Forestale nelle sue passeggiate in montagna ed oggi Sua Santità Francesco, dimostrando di saperne molto di ambiente che va di pari passo con la cura delle anime, scrive “Laudato Si’ ”; oggi che un importante strumento per la tutela dell’Italico Creato sta per traghettarsi non si ancora bene dove e soprattutto perché?

Sarei onorato, ove mi fosse consentito, nell’ accompagnarla in una giornata di servizio con una nostra pattuglia, a bordo di una jeep bianco verde, per conoscere da vicino il cuore di questi uomini che sono forti come gli alberi e fieri come i selvatici che difendono dai bracconieri.

Potremo lasciarci morire per non cedere ad istinti di difesa, ma non ci avranno mai domati!

Con ammirazione.

Un Forestale. – Fonte: SAPAF.IT