Napoli, vedova con tre figli sfrattata: “Ho un bambino malato di leucemia” … (Video)

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Credeva di aver realizzato in sogno di tutte le famiglie, quello di comprare una casa. Un sogno sfumato quando, sette anni fa, il marito è morto. Da allora, Nunzia Vitolo è rimasta sola con tre figli piccoli e non è più riuscita a pagare il mutuo. Uno dei suoi bambini è malato di leucemia, diagnosticata quattro anni fa, e periodicamente si sottopone a trapianti di midollo.

Sul capo di Nunzia e dei figli pende uno sfratto esecutivo. “Dopo la morte di mio marito – racconta Nunzia – non sono riuscita a pagare le rate della casa. Così, la banca l’ha pignorata e messa all’asta. Nei mesi scorsi è stata acquistata e a me è arrivato lo sfratto”. La donna parla pochi minuti dopo l’arrivo del custode giudiziario: “Abbiamo ottenuto una proroga di due mesi, ma il 5 marzo ci è stato detto che verranno le forze dell’ordine”.

L’abitazione è in vico dei Monti, tra Montesanto e il corso Vittorio Emanuele. Misura oltre cento metri quadrati, ma è fatiscente. “Quando compri una casa – prosegue Nunzia – ti senti al sicuro, pensi che, qualunque cosa accada, non finire in mezzo a una strada. Invece, rischiamo proprio questo”. Il suo primo pensiero è per il figlio malato: “In questo momento sta bene, ma deve curarsi per altri dieci anni. Era in condizioni molto gravi e il prossimo trapianto di midollo è fissato per il 22 marzo, due settimane dopo lo sfratto”.

La mamma dei tre ragazzi ha bussato a tutte le porte: Comune, associazioni, Chiesa. Non ha ricevuto alcuna risposta: “Mi hanno detto tutti di non potermi aiutare. Io vorrei solo una casa dove poter far crescere i miei figli”.

La proroga è stata ottenuta anche grazie all’intervento del Comitato per il diritto alla casa: “Sull’emergenza abitativa, le politiche del Comune sono molto in ritardo. Ci sono 17mila persone in attesa di un alloggio popolare e la Regione non ha intenzione di investire soldi nell’edilizia pubblica.

Nunzia vive una situazione grave, considerando anche le condizioni del figlio. Le istituzioni devono intervenire e dare una risposta”.

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