Estate tempo di vacanze e di biciclette sulle strade, molto spesso controsenso.
Chi abita nelle località balneari, non di rado, deve fare i conti con l’invasione (pacifica s’intende) di tantissimi ciclisti ed assiste ad un fenomeno ormai estremamente diffuso: la circolazione contromano di questi ultimi.
All’automobilista medio sorge spontaneo un quesito: tutto ciò è lecito?
Orbene, in molti Paesi europei la circolazione controsenso dei velocipedi rappresenta da anni una realtà, in Italia, invece, il quadro normativo risulta più complesso.
Innanzitutto, i tentativi di introdurre il cosiddetto “controsenso ciclabile” sono stati molteplici; tempo fa, una proposta in tale direzione era stata bocciata dalla Commissione Trasporti della Camera e, ad oggi, la questione risulta ancora oggetto di discussione, unitamente ad altre misure modificative del Codice della Strada.
Occorre, pertanto, fare chiarezza: il Ministero, con il citato parere, non autorizza indiscriminatamente la circolazione controsenso dei ciclisti in tutte le strade a senso unico, in quanto ciò rappresenta un rischio alla sicurezza stradale.
La circolazione contromano può avvenire solo in particolari circostanze: allorché sulle strade interessate si circoli a velocità moderata, vi sia opportuna segnalazione tramite la cartellonistica e la sede stradale abbia una larghezza adeguata.
In tal senso si è pronunciato recentemente il Tribunale di Piacenza. Nel caso di specie, il Comune aveva fatto ricorso avverso la sentenza del Giudice di Pace, che aveva annullato la multa comminata ad un automobilista scontratosi con una bicicletta in contromano.
Il giudicante, nella pronuncia, si è rifatto proprio al parere del Ministero dei Trasporti e, riscontrata la mancanza delle condizioni necessarie al fine di consentire la circolazione controsenso, ha annullato la sanzione, dando ragione all’automobilista.
Avv.to Mezzomo Antonio