Le parole offensive ‘postate’ sulla ‘pagina Facebook’ di una persona, magari un ex amico, o un’ex fidanzata, o un’ex moglie, sono valutabili come diffamazione aggravata (Corte di Cassazione, 8/6/2015, n. 24431)

(Corte di Cassazione Penale, sez. I, sentenza 8.06.2015, n. 24431)

Il Caso: fulcro della questione è la competenza su una vicenda diffamatoria nata nel contesto del noto social network.

Per il Giudice di pace ci si trova di fronte a una diffamazione aggravata dall’impiego di un mezzo di pubblicità; per i giudici del Tribunale, invece, non è configurabile tale aggravante, per la semplice ragione che postare un commento negativo sulla ‘bacheca Facebook’ di una persona non implica pubblicazione né diffusione del relativo contenuto offensivo, possibile, se non attivati, dalla parte offesa specifici meccanismi di protezione della privacy.