Io avevo quasi 17 anni e oltre che andare a scuola lavoravo quale assistente (diciamo) muratore, barista, antennista, cameriere e lava-macchine.
Dopo mille sacrifici e dopo aver convinto mia madre, riuscii a comprarmi un ciclomotore di seconda mano…..il gloriosissimo Fantic Strada 50 a quattro marce……un sogno per l’epoca, un mito assoluto!
Un pomeriggio d’estate, mentre ero in compagnia di una ragazzina molto carina, mentre percorrevo la Palmiro Togliatti, sentii un clacson suonare, pertanto feci il gesto con la mano sinistra di sorpassarmi.
Niente, il clacson suonò nuovamente e l’auto si avvicinò sempre di più al ciclomotore, alchè mi voltai di scatto e vidi loro….vidi il terrore dei ragazzi di allora…..vidi nella sua maestosa imponenza, un’Alfa 75 blu con scritto Carabinieri….. Accostai e scesi dal ciclomotore!
Davanti alla ragazzina paventai una sicurezza e una tranquillità modello James Bond…..ma se mi avessero pugnalato, in quell’istante, non sarebbe uscita una goccia di sangue dal mio corpo.
Scese un ragazzo, sembrava gigantesco e con modi seri mi chiese “Come mai non si è fermato subito?” Alchè, con la sfrontatezza tipo Clint Estwood in Il Buono, il Brutto e il Cattivo, risposi, “Perché non ti avevo visto”!
Rise anche la ragazzina che stava al mio fianco e mi guardava con ammirazione!
Mentre il Brigadiere mi sequestrava il ciclomotore, ebbi subito un ravvedimento tale che uno zerbino al mio confronto era Rambo.
Mi disse che i miei genitori dovevano andare in caserma per le pratiche burocratiche, per ritirare il verbale e la riconsegna del ciclomotore, pertanto il terrore ebbe da subito il sopravvento sull’orgoglio, perché sapevo cosa sarebbe successo di lì a poco tempo quando avessi avvertito i miei genitori e soprattutto sapevo le conseguenze gravi che avrei dovuto patire!
Appena dissi a mia madre che dovevano andare dai Carabinieri successe il finimondo…..!!!!
Chiamò mio padre al lavoro (lavorava come metalmeccanico all’Alitalia) gli ordinò di tornare subito a casa perché era successa una cosa gravissima…..!!!!
Mio padre lasciò tutto e corse a casa.
Tornato a casa ci fu il panico totale…..mia madre cercò di organizzare il tutto, pertanto ordinò a mio padre di fare le seguenti cose:
1) andare a lavare la macchina,
2) andare dal barbiere per tagliarsi i capelli, cosa che feci, obbligatoriamente, pure io ….
3) tirare fuori il vestito blu dall’armadio, preparare la camicia (da stirare), la cravatta, lucidare i mocassini (tutte cose che mio padre odiava fare, soprattutto vestirsi in giacca e cravatta che per lui era un vero supplizio),
4) portarla dal parrucchiere per farsi le mani e i capelli.
Arrivò finalmente il pomeriggio della convocazione, mio padre aveva preso perfino un giorno di ferie, cosa eccezionale per l’epoca perché ogni giorno di ferie preso in periodi non estivi voleva dire perdere gli straordinari e le indennità di fabbrica …
Io ero stato già punito con violenze corporali e camminavo a stento……ma appena giunti alla Stazione Carabinieri cominciò il vero supplizio …
Mio padre stava nel pallone e nonostante il Carabiniere di piantone fece cenno dove doveva parcheggiare, lui parti di scatto, la macchina si spense, poi ripartì col freno a mano alzato …. insomma stava talmente in soggezione che Fantozzi era Rocky Balboa in confronto.
Mentre entravano in sala d’attesa, mia madre mi accompagnò indirizzandomi nel corridoio dandomi un pizzico al braccio così forte, che il pollice toccò il suo indice minacciandomi che se strillavo me ne dava un altro, alchè sopportai il dolore immenso del pizzico tipo pinza di mia madre in silenzio .
Il Brigadiere non c’era, pertanto il Carabiniere disse che ci avrebbe ricevuti il Maresciallo.
Entrammo in un ufficio austero e semplice ma di un ordine eccelso, e vidi questa persona, era una figura aurea, era gentile, parlava benissimo e ci fece accomodare come se fossimo entrati per una visita di cortesia.
Mia madre e mio padre per non disturbare e spostare le sedie si sedettero sulla punta della sedia, modello Fantozzi davanti al Mega Direttore.
Stavano talmente scomodi che sudavano per lo sforzo che facevano per rimanere in equilibrio.
Mentre il Maresciallo parlava, mia madre, sempre più paonazza in volto, alternava un sorriso diretto al Maresciallo e uno sguardo verso di me modello Jack Nicholson in Shining, mio padre invece, quasi strozzato dal nodo scappino della cravatta, diceva frasi senza senso alternando solo tre frasi: “Comprendo, Avete Ragione, dovete scusarmi”.
Anche mia madre quando parlava e si rivolgeva al Maresciallo, balbettando vistosamente, dava del Voi al Maresciallo.
Io, incuriosito, guardavo intorno alla stanza per vedere se c’erano altri Carabinieri, ma c’era solo il Maresciallo, alche compresi che mio padre e mia madre si rivolgevano al Comandante della Stazione dandogli del Voi, per me cosa inspiegabile perché era la prima volta che li sentivo parlare così.
Io stavo al centro e ogni volta che mio padre mi guardava mi sentivo morire dalla vergogna, vederlo così in difficoltà mi umiliava immensamente, mi sentivo come un imputato di “mani pulite” interrogato da Di Pietro.
Alla fine il Maresciallo disse una frase che appena pronunciata pose fine alla mia esistenza, ovvero: “Sig. (OMISSIS), suo figlio ha risposto male al Brigadiere”.
Scese il gelo, mia madre avrà avuto la pressione a 300 e mio padre non sapeva cosa dire e balbettò frasi sconnesse fino a quando il Maresciallo, intelligentemente e per mia fortuna, disse: “Sono errori di gioventù, Roberto è un bravo ragazzo ed ha capito, sicuramente, che ha sbagliato, ma non lo farà più”.
Certo che l’avevo capito…….mamma mia se l’avevo capito, Madonna mia se lo avevo capito!
A quel tempo non c’era il telefono azzurro e mia madre a secondo dei “reati” che commettevo, prendeva la cucchiarella di legno per sanzionarmi, e quella volta prese la cucchiarella per la polenta, che difficilmente si spezzava…..!!!!!
Oltre alle sanzioni corporali, il ciclomotore fu sequestrato da mio padre e me lo ridiede dopo tre mesi……!!!!!
Passarono diversi mesi e, in primavera, mentre sotto casa giocavo a pallone con gli altri ragazzetti del quartiere, passò una pattuglia dei Carabinieri e si fermò vicino a noi.
Il Capo Equipaggio abbassò il finestrino e mi chiamò: “Giovanotto”.
Era lui…..il Brigadiere……!!!!
Tutti noi ci fermammo come quando si giocava a 1-2-3 Stella …
Io rimasi pietrificato come se la dea Minerva mi avesse guardato negli occhi…. e mi avesse fatto l’incantesimo!
“Vieni qui!”, disse.
Io corsi come Mennea nella finale dei 200 mt e arrivai davanti alla macchina in pochi secondi; lui mi guardò con aria seria ma con un piccolo accenno di un sorriso e disse: “Come stai? Mi raccomando non fate baccano”.
Io risposi subito: “Sissignore, come vuole lei signore, certo signore, non si preoccupi signore”.
Lui scese dalla macchina e fece cenno agli altri ragazzetti di avvicinarsi, i quali si svegliarono dal torpore che la vista della pattuglia aveva procurato loro e si avvicinarono con passi lenti e la testa china.
Il Brigadiere scherzò con tutti noi e diede qualche calcio al pallone insieme con l’Appuntato e disse: “Hai visto che mamma e papà ti hanno insegnato l’educazione, bravo!”
Noi eravamo estasiati, ci fecero vedere l’Alfa 75 e l’Appuntato alla guida, ci fece vedere la radio di cui rimanemmo tutti folgorati e in stato di sublimazione quando sentivamo parlare l’operatore della centrale operativa e li tempestammo di domande su ogni cosa.
Da quel giorno…..diventarono i nostri Eroi, e li guardammo con ammirazione, perché ai nostri occhi erano bellissimi
Dal web
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.