Carola Rackete, già comandante della Sea Watch 3, torna in procura ad Agrigento per essere interrogata dal procuratore aggiunto Salvatore Vella e dai pubblici ministeri Alessandra Russo e Cecilia Baravelli nell’ambito dell’inchiesta che la vede indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e disobbedienza a nave da guerra.
La procura nei giorni scorsi ha depositato un ricorso contro la decisione del gip di rimettere in libertà la comandante della nave della Ong tedesca che a fine giugno, violando il divieto del Viminale, è entrata nel porto di Lampedusa con a bordo 40 migranti dopo aver dichiarato, da oltre 48 ore, lo stato di necessità.
“Salvare vite in mare non è reato”: si leggeva in uno degli striscioni sventolati davanti al tribunale. Carola Rackete è poi entrata nel palazzo di giustizia senza proferire parola davanti ai microfoni tesi dei giornalisti sul posto.
Dopo quattro ore di colloquio con i magistrati, l’avvocato Gamberino ha commentato: “Si è trattato di un salvataggio in mare fatto con tutti i crismi di regolarità e di esigenze drammatiche. Per noi è una vicenda chiara, è giusto che ci sia un’indagine.
Ma montare strane idee sul salvataggio della Sea Watch è fuori dal mondo… Carola è libera, non è stato convalidato alcun arresto, se vuole tornare in Germania.
Lei non è più capitana della Sea Watch, c’e’ stato un cambio di equipaggio. Del resto, fa anche altro nella vita.”
La diretta interessata all’uscita dal tribunale ha detto: “Sono stata molto contenta di avere potuto spiegare tutti i dettagli del salvataggio del 12 giugno.
Spero che la Commissione europea dopo l’elezione del nuovo Parlamento faccia il meglio possibile per evitare queste situazioni e che tutti i Paesi accettino le persone salvate dalle flotte di navi civili”.
Video dell’ingresso forzato della Sea-Wach3

Ecco l’intera ordinanza emessa dal GIP Dott.ssa Alessandra Vella
Rachete Carola Ordinanza-sulla richiesta di convalida di arresto
Fonte: PolisBlog