Roma, carabiniere ferma 2 nordafricani sospettati di furto ed estorsione: ucciso con 8 coltellate … (Video)

Mario Cerciello, aveva 35 anni, era vicebrigadiere dei carabinieri, lo vedete nella foto in uno dei suoi giorni più felici. Orgoglioso di quella divisa, orgoglioso di servire lo Stato, è morto svolgendo il proprio dovere la notte scorsa. Ha trovato la morte dopo aver subito sette coltellate sferrate dalla mano assassina di due rapinatori nordafricani. La notte di Roma si è tinta del sangue innocente dell’arma.

Tutto era cominciato per una indagine per scippo. La vittima dopo aver subito il furto aveva chiamato il suo numero di cellulare. Al telefono avevano risposto due balordi con accento chiaramente straniero, gli stessi che avevano commesso la rapina. I due, secondo le ricostruzioni, tentavano di estorcere una somma di denaro alla vittima dandogli appuntamento per lo scambio: soldi in cambio del borsello scippato.

Ma all’incontro si presentano due carabinieri che sono immediatamente intervenuti dopo aver visto lo scambio tra la vittima dello scippo e i due nordafricani. Da qui è nata una violentissima colluttazione. Uno dei due rapinatori ha estratto un coltello per darsi alla fuga.

Ma prima di fuggire ha accoltellato Mario con estrema violenza facendolo accasciare a terra. Il collega di Mario, anche lui raggiunto dai fendenti, seppur ferito, ha tentato invano di fermare i malviventi, ma poi non ha potuto fare altro che constatare che l’amico e collega fraterno giaceva a terra in una pozza di sangue. Dopo qualche istante è arrivata una ambulanza e un’altra pattuglia. I due sono stati trasportati di corsa al Santo Spirito di Roma. Ma per Mario Cerciello non c’è stato nulla da fare.

La paura di potersi difendere, il timore di un carabiniere di valore, di poter estrarre l’arma di ordinanza e fare fuoco gli è costata la vita. Perché chi fa il carabiniere oggi, è stato messo nella condizione di aver paura più della magistratura e delle conseguenze che subirà la sua famiglia che dei malviventi stessi.

Ogni giorno migliaia di carabinieri intervengono in attività di corpo a corpo contro la criminalità, ma quella pistola che gli hanno affidato, resta nella fondina.

E allora io chiedo a voi italiani. La vita di un nostro carabiniere vale così poco da poterla spendere così, per salvaguardare quella di un criminale?

Io non credo, come non credo servano le solite parole di cordoglio che di prassi si dicono in questi casi. Sarebbero parole vuote, senza significato, circostanziali, che Mario non merita.

Mario e tutti quelli come lui che hanno perso la vita nella lotta alla criminalità meritavano più rispetto prima che spendessero la loro vita per noi. Non dopo!

Il dopo non serve a prevenire le cose. Il dopo non serve a niente e a nessuno!

…, a cura di #IoSonoItalia🇮🇹

Non mi piace, ha un atteggiamento arrogante sembra strafatto.

Ma perché è così nervoso, cosa nasconde oltre la refurtiva?

Oddio ha un coltello sotto la maglietta.

Lo ha tirato fuori e ha gli occhi freddi.

Cosa faccio? Dovrei sparargli ma poi diranno che sono un violento, un razzista, giornali, social, mi indagheranno e mi sospenderanno, avvocati, soldi, i colleghi che ti scansano, i superiori che ti giudicano.

Sta avanzando. Fermati! Fermati che cosa fai…
[Game Over] 😢

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Il #Collega si era sposato da 43 giorni e 13 ne erano passati dal suo ultimo compleanno.

#NoiRadiomobile esprime il proprio cordoglio alla giovane moglie e ai familiari per questa assurda tragedia …

Questa mattina nella trasmissione “Agorà”, la notizia della morte di un Carabiniere è stata data come aver bevuto un bicchier d’acqua. La reazione della Santalchè non si è fatta attendere …

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“Nella sua nuda essenza, anche la tragedia più grande è fatta di numeri”, scrivono nella pagina fb gestita dall’Arma dei Carabinieri, commentando così il brutale assassinio del Vice Brigadiere Mario Cerciello, spirato in una pozza di sangue nel cuore di Roma, dopo aver subito l’agghiacciante affondo di ben 8 coltellate impietosamente inferte da un criminale africano.

E i fatidici numeri sciorinati nel post sarebbero i seguenti: “Mario aveva 35 anni, era sposato da 43 giorni e 13 ne erano passati dal suo ultimo compleanno. È morto per 8 coltellate, inferte per i 100 euro che i 2 autori di 1 furto pretendevano in cambio della restituzione di 1 borsello rubato.”

Pur condividendo lo sgomento e l’assurdità che tale triste elencazione genera, non credo assolutamente che sia questo il novero giusto capace di delineare la tragedia… l’ennesima tragedia.

Ben altri sono i numeri da considerare se si vuole trovare l’essenza del sangue che imbratta quella divisa. E l’aspetto più assurdo, ma di per se significativo, è che nessuno ne conosce l’esatta entità, a nessuno paiono interessare.

Volete, allora, i numeri che ci facciamo capire perché accadono simili sciagure?

E allora andate a ricercarvi, semmai le trovaste, le statistiche degli agenti delle forze dell’ordine QUOTIDIANAMENTE aggrediti, vilipesi, percossi e feriti in analoghe circostanze in ogni anfratto di qualsivoglia città italiana. Raffrontatelo, poi, con le effimere conseguenze penali affrontate dagli aggressori.

Ricercate il numero esatto dei clandestini presenti, come foschi fantasmi, sul territorio nazionale, proprio quegli stessi immigrati irregolari allegramente sbarcati sulle nostre coste per poi, dopo aver lucrato fino all’ultimo centesimo sulla loro iniziale gestione, impietosamente ed indifferentemente abbandonati al loro illegale destino.

Andate anche a cercarvi i numeri impressionanti degli arresti in flagranza di reato che i nostri poliziotti eseguono ogni giorno, rischiando mortali coltellate (per molti dirigenti anche i loro “sottoposti” non sono altro che numeri che portano numeri). E dopo averlo fatto, rintracciate i numeri di quelli immediatamente scarcerati, se non scagionati seduta stante. E di quei pochi rinviati a giudizio, andate a scovare il numero di coloro che si presentano in aula e non risultino invece dispersi nelle nebbie sempre più fitte del nostro sistema giudiziario.

Quando poi l’assassino sarà catturato, andate anche ad elencare i numeri dei suoi precedenti penali e poi chiedetevi come potesse mai circolare a piede libero; investigate sull’incredibile numero di nomi falsi che lo stesso avrà fornito ogni qual volta sia stato sottoposto a controlli, l’elenco infinito di schede telefoniche utilizzate nel corso degli anni, mai a lui intestate e regolarmente dismesse, e il numero infinito di residenze e domicili fittizi dichiarati.

E, per finire, provate a farvi il conto dei giorni, se non delle ore, che quell’essere avrebbe trascorso nelle patrie galere se il Vice Brigadiere Mario Cerciello fosse riuscito ad ammanettarlo.

Ecco i veri numeri sconosciuti che potranno descrivervi la reale essenza della tragedia. Trovateli se ne siete capaci, e poi analizzateli. A quel punto vedrete quanto disgustose possano risultare le chiacchiere, le solidarietà pelose e gli inconsistenti proclami sulla “tolleranza zero”.

I numeri che si paleseranno dietro quel sangue eroico sono un’essenza puramente matematica… e la matematica non è un’opinione.

F.to Salvino Paternò (Ten. Col. dei Carabinieri)

Man mano che entriamo in possesso di notizie attinenti al fatto drammatico di oggi, aggiorniamo la pagina come il video realizzato dall’ANSA che vede il Comandante della Stazione dove il collega Mario prestava servizio …

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#Presi, #Arrestati … sarebbero due cittadini americani …

Questa mattina, appena appresa la notizia della morte del collega, decine di volanti della Polizia di Stato, già in turno in quel momento, si sono radunate davanti al Comando Generale dell’Arma dei carabinieri per omaggiare il collega con le sirene spiegate …

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1 thought on “Roma, carabiniere ferma 2 nordafricani sospettati di furto ed estorsione: ucciso con 8 coltellate … (Video)”

  1. Sull’impeto di questa notizia accaduta questa notte a Roma non mi sento di scrivere altro perché l’angoscia e la rabbia mi assale e mi paralizza la mente e mi porta a volere una Giustizia immediata verso questi stranieri clandestini che a casa nostra fanno ciò che vogliono!
    Le condoglianze alla famiglia sono un atto dovuto ma non basta per alleviare il dolore che oggi provano per una morte così assurda ed incomprensibile.

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