Arrestati sei giovani albanesi, hanno fatto un centinaio di razzie in villa in tutto il Nordest. Rubate anche due pistole a un militare.
Sono albanesi e intorno a loro girava una banda che ha razziato le case di mezzo Nordest. Al momento sono stati accertati 34 furti ma si parla di oltre un centinaio.
Sceglievano la zona e la battevano a tappeto: «Vuoi fare venti case?» chiede uno di loro al compagno mentre si muovevano nella notte al volante di un’auto rubata.
Si sono presi orologi (anche un Patek Philippe da 30 mila euro), gioielli, denaro in contanti, persino la pistola di servizio di un brigadiere trovata nella sua abitazione di Trebaseleghe. Le batterie erano due, sei uomini in tutto.
Due di loro sono fratello e nipote di Rama Vassili, l’autista della famigerata Audi gialla che ha terrorizzato il Nordest lo scorso inverno. Giovani, agili, spregiudicati e tutti provenienti dalla stessa città: Kruja.
I carabinieri di Cittadella hanno passato notti insonni insieme al pubblico ministero Benedetto Roberti ma alla fine ce l’hanno fatta. E ora sono tutti in carcere.
Bledar: «Quanto ha urlato poveraccia, era solo la vecchia». Ergys: «Con il marito. Il vecchio era un figlio di p…».
È solo una delle decine di conversazioni intercettate dagli uomini del Nucleo operativo di Cittadella.
Oltre duecentomila euro il valore di oggetti che per loro sono solo oggetti ma per chi li ha persi sono pezzi di vita finiti nelle mani di chissà chi. Con il relativo carico di dispiaceri, ansie e paure.
E di fronte a tutto questo loro che facevano? Ridevano. Come la notte in cui sono stati scoperti in casa da una povera donna di Curtarolo, che si è messa a gridare per chiedere aiuto. Uno di loro, agile come un felino, si è buttato fuori dalla finestra. Lei l’ha rincorso e gli ha scagliato contro una sedia. Lui, dal cortile, la guardava e le rideva in faccia.
«Veri funamboli, atleticamente preparati e pronti a tutto», li ha descritti il colonnello Oreste Liporace, che ha seguito passo-passo l’indagine.
Alcuni di loro erano alloggiati in un bed&breakfast di Fontaniva. Una base strategica, che gli consentiva di muoversi a cavallo di tre province, con scorribande continue.
A Bassano del Grappa hanno anche speronato una gazzella dei carabinieri che si era lanciata all’inseguimento. Ennesima prova di questa loro propensione ai bolidi e alla guida spericolata in barba a ogni regola.
L’indagine parte proprio da una vettura, una Mini vista uscire dal cortile di un’azienda con un individuo che parte a razzo.
L’azienda in questione era appena stata razziata ma da quella targa gli investigatori dell’Arma sono saliti sempre più su, fino a delineare i confini di un gruppo criminale che agiva anche in Germania oltre che in tutto il Nord Italia.
Poi c’è quel fantasma dell’Audi gialla, che torna con i nomi di Islam e Ergys Rama, fratello e nipote del conducente.
E forse l’hanno guidata pure loro qualche notte, quel bolide in grado di fare impazzire tutte le pattuglie del Veneto.