Eurispes, aumenta la fiducia dei cittadini nelle istituzioni (di Piera Matteucci).

Il rapporto per il 2016 evidenzia una crescita di consensi dal 2,4% del 2015 al 7,5% del 2016. Bene anche il rapporto con le forze dell’ordine: la polizia guadagna 10 punti percentuali rispetto all’anno scorso.

Più fiducia nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine: cresce il consenso degli italiani nei confronti delle cariche dello Stato e di quanti lavorano per la loro sicurezza del Paese. A dirlo è l’Eurispes, che ha presentato il Rapporto Italia 2016. Anche l’intelligence guadagna punti, mentre cala un po’ l’apprezzamento per Papa Francesco, che comunque raggiunge livelli molto più alti rispetto ad altre personalità dell’economia e della politica. Gli italiani hanno paura degli attentati e, per questo, uno su quattro ha cambiato abitudini. E ancora: cresce il popolo di chi mangia ‘verde’ e di chi sceglie, come miglior amico, un animale domestico.

Istituzioni più amate. Secondo un sondaggio, i consensi per le istituzioni salgono dal 2,4% del 2015 al 7,5% del 2016. Parallelamente dimuisce il numero di chi dichiara diminuita la propria fiducia di ben 22,7 punti percentuali, dal 69,4% al 46,7%. Meno della metà degli italiani.

La fiducia nel presidente della Repubblica Sergio Mattarella è al 52%: in molti apprezzano il suo stile personale (21,8%) o sono convinti che la sua personalità debba emergere (24,6%), anche se non manca chi ritiene che il suo ruolo per ora non è stato incisivo (29,4%).

In aumento anche il numero di chi ripone fiducia nel nostro governo, dal 18,9% del 2015 al 28,6% di quest’anno (+10%). Tra le novità introdotte dal governo quella dell’ipotesi di riduzione dell’Ires e quella di abolizione dell’Imu raccolgono ampi consensi (rispettivamente 53,4% e 58,6%), insieme all’accorpamento della Forestale nei carabinieri per razionalizzare la spesa pubblica (43,5%, rispetto al 33% dei contrari).

Il Parlamento torna a crescere in termini di consensi (20%: +10,1% rispetto al 2015). Male il risultato dei partiti, che registrano l’11,9%, mentre la P.a. vanta il 22,6%. La scuola ottiene il 53%, le associazioni di imprenditori il 32,3% e i sindacati il 21,4%. Costante, invece, l’apprezzamento nella magistratura, che si attesta al 35,3%. Il volontariato raccoglie il 73,8% dei consensi, la Chiesa il 52,5%.

Balzo in avanti della polizia. Gli italiani si fidano di più di chi tutela la sicurezza dei cittadini rispetto al passato, soprattutto accordano consensi alla polizia, che guadagna ben 10 punti rispetto all’anno scorso. Al primo posto si confermano i carabinieri, che nel 2014 hanno subito un ridimensionamento dei livelli di apprezzamento da parte dei cittadini con un dato al ribasso (69,9%) rispetto alla media ottenuta dal 2010 in poi. Dallo scorso anno l’Arma si è però riposizionata su risultati superiori al 70% (73,4%) e quest’anno è tornata a crescere con il 74% di quanti accordano la propria fiducia. La polizia, dal 2008 al 2013, ha invece vissuto una crescita lenta e costante che l’ha portata a raggiungere il 75% della fiducia dei cittadini. Dopo una flessione, quest’anno si è tornati verso le migliori performance con un aumento di dieci punti percentuali rispetto allo scorso anno che ha fatto assestare la fiducia verso la polizia al 73%.

Nessuna sorpresa, invece, per la guardia di finanza che, secondo l’Eurispes, mantiene lo stesso grado di consensi raggiunto l’anno passato (66,8%). Lo stesso risultato di stabilità si registra anche per la polizia penitenziaria che passa dal 57,8% dei consensi del 2015 al 57,1% del 2016 con uno scarto percentuale di soli 0,7 punti. Il corpo forestale dello Stato, infine, continua a mostrare di essere molto amato dagli italiani, ancor di più nel 2016 con un risultato in aumento rispetto allo scorso anno: il 70,1% dei consensi (+5,5%).

007, si fida un italiano su 3. Anche l’intelligence guadagna punti, passando dal 62% del 2014 al 64% del 2015. Ancora più evidente, nota il rapporto, l’inversione di tendenza maturata negli ultimi anni se ad essere presi in considerazione sono i risultati delle precedenti indagini. Il tasso di consenso si fermava infatti nel 2012 al di sotto della metà del campione intervistato (40,6%). Il grado di consenso si distribuisce in maniera complessivamente uniforme: il 60,6% tra i giovanissimi, il 62,5% tra i 25-34enni, il 62,6% tra i 35-44enni, il 63,5% tra i 45-64enni e il dato più alto registrato tra gli ultrasessantacinquenni 67,7%. Il livello di istruzione raggiunto mostra un picco di fiducia tra quanti hanno un titolo di studio più basso (75%), seguiti da coloro che sono laureati o hanno conseguito un master (67,3%).

Meno uscite e più sospetti verso gli altri: paura attentati cambia un italiano su 4. Quasi un quarto degli italiani, il 23,3%, ha modificato le proprie abitudini quotidiane a seguito delle minacce provenienti dall’integralismo islamico. Più in dettaglio, il 17% limita le proprie uscite nei luoghi affollati (cinema, teatri e discoteche), mentre il 16% cerca di utilizzare meno i mezzi pubblici. Maggiore il timore di frequentare stazioni e aeroporti, che vengono evitati da un italiano su cinque (20,1%). Ma ad essersi largamente diffusa, rileva il rapporto, è soprattutto la ‘paura dell’altro’: in 4 casi su 10 (39,8%), uscendo fuori casa gli italiani si trovano a guardare con maggiore sospetto le persone dai tratti mediorientali. Si evidenzia, infine, che a un maggior livello d’istruzione corrispondono minori timori: solo il 10,7% dei laureati evita posti dove vi è maggiore concentrazione di persone, a fronte del 18,8% dei diplomati, del 21,7% degli aventi la licenza media e del 22,9% di quanti non hanno un titolo di studio o possiedono la licenza elementare.

Bene Papa Francesco, ma meno di prima. Il gradimento per Bergoglio resta su livelli altissimi se paragonato con altre grandi personalità, sia del mondo della politica che dell’economia, ma la percentuale è in calo. Il rapporto rileva che l’81,6% degli italiani ritiene che Francesco abbia il merito di aver ridato slancio alla Chiesa; percentuale che nel 2014 era del 87,1% e lo scorso anno era salita a 89,6%. “Un calo dovuto forse anche alla sensibilità e all’apertura mostrate verso le questioni etiche e morali, che hanno in qualche modo allontanato la parte più conservatrice dei fedeli”, commenta Eurispes.

Invidia, il ‘vizio’ che blocca l’Italia. È l’invidia il vizio che frena la nostra crescita. Una vera e propria ‘sindrome del Palio’ che non ci permette di trasformare la nostra potenza in energia. “L’Italia – spiega il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara – è infatti rallentata da una diffusa e radicata sindrome del Palio di Siena la cui regola principale è quella di impedire all’avversario di vincere, prima ancora di impegnarsi a vincere in prima persona. L’invidia e la gelosia, se volte in positivo, diventano il propellente indispensabile alla crescita e allo sviluppo. Di fatto, nel nostro Paese ciò non accade. Invidia e gelosia si traducono in rancore e denigrazione. Odiamo e denigriamo il nostro vicino più bravo e, invece di impegnarci per raggiungere risultati migliori e superarlo in creatività, efficienza e capacità, spendiamo le nostre migliori energie per combatterlo, per mortificarne i successi, per ostacolarne o addirittura bloccarne il cammino. Insomma un vero e proprio ‘spreco di potenza’, una filosofia del contro invece che del per”.

Coppie di fatto. La tutela giuridica delle coppie di fatto, indipendentemente dal sesso, va garantita per il 67,6% degli italiani, percentuale in ripresa rispetto al 2015 (64,4%), ma comunque inferiore ai valori registrati nel 2014 (78,6%) e nel 2013 (77,2%). Un segnale, forse, delle preoccupazioni legate ai possibili risvolti che ne conseguono, dalla possibilità di adottare figli per le coppie omosessuali all’utero in affitto. Su questi due temi la quota dei favorevoli si mantiene ben al di sotto del 50%: la possibilità di adottare bambini per le coppie omosessuali registra il 29% dei consensi (rispetto al 27,8% del 2015), mentre in tema di utero in affitto la percentuale dei favorevoli passa dal 49,8% del 2015 al 38,5% del 2016. In parallelo, alla possibilità di contrarre matrimonio tra persone dello stesso sesso si dicono favorevoli il 47,8% degli intervistati, in aumento del 7% rispetto allo scorso anno.

Via dall’Italia. È aumentata del 10% circa, dal 2006 a oggi, la percentuale di italiani che si dicono disposti ad andare a vivere in un altro Paese.Il ‘contingente’ di connazionali che vorrebbero andar via è costantemente aumentata negli anni. Se nel 2006 erano il 37,8%, nel 2016 sono arrivati al 47,1%, quota superiore a quella di chi non lascerebbe mai l’Italia (42,1%), in notevole diminuzione rispetto al 48,9% dello scorso anno.
L’identikit ci chi vorrebbe andare via rappresenta un uomo (48,4%), di età compresa tra 18 e 24 anni (66,3%), residente nel Nord del paese (53%) o nelle isole (52,3%), in possesso di una laurea (50,1%), senza matrimoni o convivenze in essere (60%), single (57,7%), cassintegrato (75%), in cerca di occupazione (66%) o studente (61,7%). Varie le motivazioni: il lavoro (50,9%) è in testa, mentre il 27,7% lo farebbe per avere maggiori garanzie sul futuro, il 27,1% per beneficiare di un minore costo della vita, il 24,8% per assicurare ai figli maggiori opportunità. E la meta più ambita risulta essere l’Australia (17%), seguita da Regno Unito (15%), Germania (14,6%), Usa (11,9%) e Spagna (10,8%). C’è poi un 41,6% degli italiani che sogna, una volta raggiunta la pensione, di trasferirsi all’estero per godersi il meritato relax. Un fenomeno in crescita negli ultimi anni in cui i paesi con un costo della vita inferiore al nostro hanno accolto numerosi italiani in pensione. Nonostante tutto, però, il 2016 vede una ripresa di fiducia nel nostro Paese: il 71,9% degli italiani pensa che vivere in Italia sia una fortuna, in aumento rispetto al 60,5% dello scorso anno.

Vaccini in calo, colpa della disinformazione. È la disinformazione la causa principale del calo delle vaccinazioni in Italia: secondo il rapporto a diffondere le false percezioni è soprattutto il web. In Italia, dell’80% dei genitori che navigano sulla Rete, il 70% usa le informazioni per prendere decisioni circa la propria salute. Il 16% sfrutta Internet per acquisire indicazioni sulle vaccinazioni. “La validità delle notizie non è sempre attendibile e autorevole – sottolineano gli esperti dell’Eurispes -. Caso emblematico, la presunta correlazione tra il vaccino MPR (morbillo, parotite, rosolia) e l’aumento dei casi d’autismo. In secondo luogo, alla base della contrazione, vi è la percezione stessa dei vaccini, ritenuti inutili, in quanto non si avverte più la gravità di malattie, come morbillo o pertosse, ritenute ormai sconfitte”. In Italia diminuisce di un punto percentuale all’anno il tasso di adesione alle vaccinazioni. In alcune regioni il decremento è più evidente: nella Prov. Autonoma di Bolzano la copertura vaccinale obbligatoria cala di circa il 6% rispetto alla media nazionale ( 94%), seguita dalla Valle D’Aosta (-4%). Entrambe le regioni registrano il record negativo anche sul fronte delle vaccinazioni consigliate. Anche alcune regioni del Sud Italia, Campania, Calabria e Sicilia, insieme alle Marche, mostrano una generalizzata disaffezione nei confronti dell’intero programma vaccinale.

Eutanasia, il 60% è favorevole. Il 60% degli italiani (+4,8% rispetto al 2015) è favorevole alla eutanasia, mentre sette italiani su dieci sono contrari al suicidio assistito, ovvero alla scelta di porre termine alla propria vita con l`ausilio di un medico anche in assenza di malattie (+3,5% rispetto al 2015). È quanto emerge da un sondaggio Eurispes contenuto nel Rapporto Italia 2016, presentato oggi. In ascesa, invece, il favore accordato al testamento biologico, che passa dal 67,5% del 2015 al 71,6% del 2016, così come quello nei confronti della pillola abortiva RU-486 (dal 58,1% al 61,3% del 2016). Il 78,8% è favorevole all`utilizzo delle cellule staminali, indice di una significativa consapevolezza degli italiani nei confronti del tema, sebbene il calo di 8 punti percentuali rispetto allo scorso anno. Sull’ipotesi di legalizzare l’hashish e la marjuana si denota una netta apertura rispetto al 2015: il numero di favorevoli passa dal 33% al 47,1% nel 2016. Contrariamente, la legalizzazione della prostituzione perde consensi, passando dal 65,5% dei favorevoli del 2015 al 57,7% del 2016 .

Internet sì, ma meglio una telefonata. Aumenta il tempo trascorso dagli italiani su Internet grazie agli smartphone, ma il mezzo usato per comunicare con parenti e amici resta principalmente la telefonata. Ricorre mezzo di contatto più tradizionale il 66% degli italiani (-6,4% sul 2015), soprattutto a partire dai 35 anni di età. Secondo il rapporto, l’unica alternativa “numericamente rilevante” è WhatApp con il 29,3% (+11%), minoritari risultano gli sms (2,2%), marginali le e-mail (0,4%) e Skype (0,2%) Sebbene l’Italia non sia ai primi posti in Europa per penetrazione di Internet (il 77% della popolazione è ancora esclusa dalla banda ultralarga), l’indagine Eurispes rivela che navigare sul web è oramai un dato di fatto per la maggior parte degli italiani (81,5%). Chi va online cerca informazioni di proprio interesse (97,8%), usa i social network (68,9%), guarda video su YouTube (66,8%), controlla il proprio conto bancario (61,5%), fa acquisti in Rete (55%).

Più folto il popolo di chi mangia ‘verde’. Italiani sempre più amanti dell’alimentazione vegetale. Secondo il Rapporto, infatti, crescono ancora vegetariani e vegani che nel 2015 rappresentano l’8% della popolazione. In particolare, il 7,1% degli italiani si dichiara vegetariano e il loro numero è in lieve aumento: infatti negli ultimi tre anni la quota di vegetariani in Italia è dapprima diminuito (passando dal 6,5% del 2014 al 5,7% del 2015), poi aumentato di quasi 2 punti percentuali nel 2016. La novità è rappresentata dai vegani che, pur essendo una minoranza della popolazione, appariva in forte calo solo un anno fa (dallo 0,6% del 2014 allo 0,2% del 2015), nel 2016 raggiunge l’1%. Sommando le due pratiche, dunque, si può affermare che l’8% degli italiani segue una dieta esclusivamente ‘verde’. La maggior parte di chi ha risposto di essere vegetariano o vegano è mosso da ragioni che hanno a che fare con la salute e il benessere: il 46,7%. Il 30%, invece, dalla sensibilità nei confronti degli animali, mentre poco più del 12% deve la sua scelta alla sensibilità per la tutela ambientale.

Animali amati da quasi metà degli italiani. Gli animali conquistano sempre più cuori: quasi la metà degli italiani vive con un pet (43,3%) e in due case su dieci ce n’è più di uno. Sul primo gradino del podio ancora cani (60,8%) e gatti (49,3%) come compagni preferiti seguiti, con grande distacco, da pesci e tartarughe (entrambi all’8,7%), uccelli (5,4%), conigli (5,2%), criceti (3,1%) e animali esotici (2,1%). A fine classifica si colloca il cavallo che batte i rettili (con l’1,9% contro l’1%) e l’asino (0,4%). L’opzione ‘altro’ raccoglie il 3,7% delle indicazioni.

Al Centro (23,8%) e nelle Isole (27,5%)  si concentra la maggioranza delle persone che ha un animale domestico. Ma ad accogliere in casa due (13,4%), tre (5,8%) o addirittura più di tre animali da compagnia sono soprattutto gli abitanti del Nord-Ovest (9,9%). Una particolare propensione ad adottare più di tre animali si riscontra anche in Sicilia e Sardegna (8,1%). In una posizione intermedia il Sud, dove quasi il 22% possiede almeno un pet e il 9,4% ne possiede due.

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