La sicurezza è certamente, ai tempi attuali, uno dei temi più scottanti del panorama italiano.
Una questione che, parimenti al lavoro e alla salute, non è nè di sinistra nè di destra, perchè riguarda tutti noi.
Vivere in una società sicura è un diritto che deve essere garantito dalle istituzioni.
Istituzioni che hanno il dovere di garantire ordine e sicurezza nel rispetto delle leggi e dei diritti.
Non si tratta di soffermarsi sull’eventuale nazionalità dei criminali poiché che siano italiani o stranieri vanno perseguiti quando infrangono le regole del vivere civile e le norme penali esistenti.
Occorre che la cittadinanza collabori con lo Stato purchè sussista la certezza della pena, altrimenti a cosa serve indicare e denunciare presunti malviventi se poi il giorno dopo puoi trovarli addirittura sotto casa tua?
Appare chiaro che il Parlamento ha colpe evidenti, considerando che negli ultimi anni ha legiferato poco e quasi nulla in materia di sicurezza. Senza contare che molti emendamenti hanno snaturato le disposizioni di legge varate e l’applicazione da parte della magistratura è risultata discrezionale e spesso lacunosa.
Lo scarso potenziamento delle forze dell’ordine ha indubbiamente limitato l’attività di prevenzione e repressione. Però contemporaneamente la diversa interpretazione dei giudizi delle azioni criminali ha sovente svilito l’azione di polizia e carabinieri.
A prescindere dal colore dei governi, si è riscontrata nella classe politica una percezione inadeguata del problema o solamente in alcuni casi, una palese e utilitaristica strumentalizzazione a fini elettorali.
Non ci soffermiamo sulla legittimità o meno di questa visione in quanto non contribuisce affatto alla soluzione pratica che è poi l’unica richiesta dei cittadini.
Sarebbe necessario quello spirito by partisan che, attraverso la condivisione di valori e presupposti, potrebbe imprimere la svolta che tutti si aspettano.
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