Napoli e Firenze, due attentati alle caserme dei carabinieri. Il racconto di un uomo delle forze dell’ordine: “Perché hanno messo in atto la stesa”

Napoli e Firenze, due facce della stessa medaglia, una medaglia purtroppo che ha visto negli ultimi due giorni le caserme dei carabinieri prese di mira da bande di criminali.

Resta il fatto che entrambi gli attentati, realizzati con Kalashnikov il primo e con bombe molotov il secondo, sono un attacco allo Stato e alle istituzioni e pongono sotto i riflettori il tema della sicurezza che tante volte negli ultimi mesi è stato al centro di dibattiti politici e non.

Per cercare di entrare nelle dinamiche di un attacco così grave allo Stato, News Italia live ha affidato la cronaca di quanto accaduto ad un uomo delle forze dell’ordine che conosce le dinamiche, le reazioni e le emozioni  vissute dai colleghi napoletani e che, di seguito, ha provato a descriverci.


Questa si presume sia stata la goccia che abbia fatto traboccare il vaso; si è giunti al limite.

È da poco passata la mezzanotte e l’ultima pattuglia della Caserma dei Carabinieri è rientrata dal servizio. Un servizio, dedito giornalmente alla sicurezza dei cittadini, ma soprattutto al contrasto della criminalità organizzata.  Per capirci  qui siamo a Secondigliano che non ha bisogno di presentazioni, balzata spesso agli onori della cronaca nazionale,  per le faide locali,  ma  soprattutto perche  è terra di Camorra.

Qui c’è il sistema, o come viene comunemente detto:  “U’sistema”,    che ha seminato  morti  e feriti e comanda,  anzi non comanda soltanto perché dove lo Stato latita U’sistema si fa Stato!  Ottempera capillarmente ad ogni esigenza del territorio e dei propri affiliati,   tiene tutto sotto controllo avvalendosi di centinaia di occhi e di connivenze a tutti i livelli. Pesca tra i più giovani, il sistema, in quella gioventù a volte poco scolarizzata che non ha tempo,  ne possibilità di fare una vita normale perché deve lavorare per portare il pane a casa.

Allora è gioco  facile cadere nel tranello del “tutto e subito”,  del soldo immediato,  della scarpa firmata per poi passare all’Iphone, al motorino e dopo ancora alla macchina bella. I Carabinieri, come dicevamo, qui sono terra di frontiera,  sono gli altri,   perché con le loro azioni contrastano e rendono la vita difficile a chi di “sistema” vive, spesso i Carabinieri qui sono il problema.

Un problema,  diventato negli ultimi giorni,  insopportabile perché  i carabinieri hanno” sgarrato”; infatti sono andati a casa del Boss  del clan  Vinella Grassi e con mandato del Tribunale,  insieme agli assistenti sociali,  hanno provveduto all’allontanamento dei  bambini dalla casa paterna. Secondo la legge , la stessa, era  ritenuta: “ ambiente poco idoneo alla crescita ed allo sviluppo dei bambini”.

Il padre infatti  è latitante,  la madre è  gravata da precedenti penali per la sua appartenenza alla camorra,  pertanto il magistrato ha deciso di affidare i bambini ad un ambiente più consono ed educativo per la loro formazione. Cosa che ogni buon  padre di famiglia farebbe.

 Di colpo il rumore dei colpi sparati diventa assordante ma riconoscibilissimo in zona! 26 colpi di AK47,  comunemente detto Kalashnikov,  vengono esplosi all’indirizzo della Caserma dei Carabinieri di Secondigliano; è un inferno. I vetri delle finestre,  al primo piano,  vanno in frantumi, le auto parcheggiate davanti  vengono danneggiate dai fori dei proiettili, l’insegna con lo stemma della Repubblica, posto sulla porta d’ingresso,  viene bucato.

Sono momenti  forti. “ Non ci intimidiscono!!”  Tuona il Generale dei Carabinieri De Vita, “la vita non è un video gioco”;  “deponete le armi”.

Le sue parole  lasciano intendere in maniera limpida l’età dei soggetti del gruppo che ha agito. Li vicino,  ci sono anche le telecamere che hanno ripreso i giovani. Arrivati a bordo dei loro scooter hanno fatto fuoco con due fucili differenti.

Hanno messo in atto “La Stesa” come si dice in gergo e che,  per intendersi, vuol dire colpire all’impazzata e\o mettere in atto un azione di forza dimostrativa tramite la violenza con l’uso delle armi. Per loro è stata una azione di forza. Per noi invece una azione di debolezza. Perché quando la camorra agisce in questi modi, senza testa, vuol dire che ha perso il controllo, perché si sente colpita e come un pesce spada ferito,  infilza tutto ciò che gli passa a tiro. Ma il pesce spada deve fare attenzione a non rimanere intrappolato, chiuso nella rete tesa dai Carabinieri giornalmente.

Però a Secondigliano non tutto è perso! Infatti è pieno di persone perbene che si oppongono al sistema, che denunciano,  che lottano.

Tante persone , quante le migliaia di telefonate,  giunte al telefono della caserma che ieri ed oggi è stato bollente! “Vi siamo vicini” dicevano i cittadini. “Noi siamo con voi”. “Non siete soli”. “Andate avanti perché ci rimanete solo voi”. “Non arrendetevi”.

I Carabinieri,  in questi territori ad alto indice di Criminalità, vengono percepiti dai cittadini come l’ avamposto tra Stato ed antistato e tante volte l’ultimo baluardo di legalità in una società sempre più collusa e priva di regole.

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Articolo a cura di Antonio NACHIRA (fonte)