Il provvedimento del giudice americano, James Robart, con il quale ha annullato il decreto di Donald Trump sull’ingresso negli Stati Uniti di cittadini da sette Paese sospettati di terrorismo islamico richiama un fenomeno da anni conosciuto da tutti gli italiani.
Come racconta il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, anche negli Usa la magistratura ha il vizietto di intromettersi nelle competenze di Governo e Parlamento, contestando le leggi che in realtà dovrebbe solo far applicare.
Alla resa apparentemente incondizionata della politica davanti al potere giudiziario si accompagna in Italia anche il silenzio davanti alle incredibili parole del presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Piercamillo Davigo, pronunciate l’altra sera nello studio di Porta a Porta.
Sallusti racconta come: “Di fronte a un allibito Bruno Vespa, (Davigo) ha sostenuto che un imputato assolto non è un innocente ma solo un colpevole che l’ha fatta franca e che gli errori giudiziari non sono colpa dei giudici ma degli inquirenti, cioè polizia e carabinieri, che non sanno fare il loro lavoro e che ‘estorcono false confessioni con la forza e a volte con la tortura’”.
In tanti, ha aggiunto Sallusti, si starebbero preoccupando della minaccia alla democrazia rappresentata da Trump. Nessuno però sembra badare al fatto che nessuno difenda noi e la democrazia da persone come Davigo che “pensavo, finita la trasmissione, fosse stato caricato su un’ambulanza e sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio…
Forse è proprio vero che i colpevoli la fanno franca – ha ironizzato il direttore del Giornale – Davigo ne è la prova. E siccome nessuno ha il coraggio di dirglielo, ci provo io: si vergogni, signor presidente”.