Già da qualche anno, la legge sul sovraindebitamento, ribattezzata anche “legge salva suicidi”, prevede per famiglie e imprenditori italiani la possibilità di cancellare alcuni dei debiti accumulati nei confronti di società finanziarie.
Più che cancellarli, è meglio dire tagliarli: la Legge n. 3 del 27 gennaio 2012, infatti, consente a consumatori e piccoli imprenditori di ottenere una riduzione, in base alle rispettive capacità economiche, dei debiti anche fiscali, attraverso la proposizione di una procedura di ristrutturazione degli stessi.
Se nei primi tempi la previsione ha stentato a prendere piede, oggi non è più così: sempre più pronunce giudiziarie, infatti, stanno riconoscendo il taglio dei debiti ai beneficiari della possibilità.
Taglio, talvolta, anche per un ammontare tutt’altro che irrilevante.
Recentemente, ad aver ammesso l’abbattimento delle somme dovute da imprese e consumatori grazie al piano del consumatore o all’accordo con i creditori sono stati i tribunali di Monza e di Como.
Iniziando a consolidare una prassi già avviata, lo scorso anno, dal tribunale di Napoli e da quello di Busto Arsizio.
I segnali per i debitori in difficoltà sembrano quindi essere positivi.
È chiaro, però, che per ottenere lo sconto è necessario che la situazione di indebitamento derivi da cause non imputabili a chi vi ci si trovi, come ad esempio un inaspettato licenziamento …, certo non ne possono beneficiare i semplici “spendaccioni”! Inoltre è fondamentale riuscire a dimostrare di riuscire effettivamente a pagare almeno una parte di quanto dovuto.
Solo su questi presupposti si può sperare che la proposta presentata in tribunale con l’assistenza di un organismo di composizione della crisi porti risultati positivi.