25 APRILE: per non far dimenticare quello che i libri di storia non riportano.

Luciana MINARDI, 16enne Ausiliaria della Decima Mas, durante le violenze uno degli eroi pedofili continuava a dire a Luciana “chiama la mamma, porca fascista!”

Cologna Veneta (Verona), maggio 1945

Luciana aveva 16 anni nacque a Imola nel 1929 credeva nell’Italia repubblicana si arruolò come volontaria e venne così assegnata al battaglione “Colleoni” della Decima Mas attestati sul Senio, un fiume che attraversa la Toscana e la Romagna, Luciana fù impiegata come addetta al telefono da campo e al cifrario, è circa la fine del mese di aprile, quando riceve l’ordine di indossare vestiti borghesi e di mettersi in salvo.

Il giorno stesso esegue gli ordini ma tornando dai genitori venne fermata dagli inglesi nei pressi del fiume Po, immediatamente senza farsi vedere getta il gagliardetto della San Marco che aveva tenuto come ricordo nel fiume. Luciana viene comunque prelevata e dopo un breve interrogatorio la rilasciano.

Finalmente Luciana raggiunge così i genitori, che all’epoca erano sfollati a Verona preLarte a Cologna Veneta.

Tutto sembra tranquillo quando improvvisamente a metà maggio, presso il centro degli sfollati si presenta un manipolo di banditi partigiani comunisti, cercano esattamente Luciana, probabilmente Informati da qualche spia che quella ragazzina era stata una ausiliaria della RSI.

Luciana viene presa, la portata sull’argine del torrente Guà e, dopo una serie di violenze sessuali di gruppo, la massacrano.

Durante tali violenze uno degli “eroi” pedofili continuava a dire a Luciana “chiama la mamma, porca fascista!” .

La ragazzina, già allo stremo, verrà soppressa con una raffica di mitra.