Anche rubare la spazzatura è reato!

A chi non è capitato mai di incontrare dei “curiosi” che, in prossimità dei cassonetti dell’immondizia, frugano tra la spazzatura cercando di trovare qualcosa che possa essere utile.

Nelle grandi città accade più spesso ma questa “caccia alla spazzatura” è una prassi che i senzatetto e i vagabondi seguono con costanza e che la crisi ha ancora più diffuso.

Per il nostro ordinamento si tratta però di attività illecita: nonostante l’oggetto della sottrazione siano rifiuti, infatti, il prelevare indebitamente oggetti dai sacchetti della spazzatura va comunque considerato furto.

Il rischio è quello di essere condannati ai sensi dell’articolo 624 del codice penale.

Fondamento del reato.

Benché possa sembrare strano c’è una ratio alla base di tutto ciò. I rifiuti collocati nei bidoni, spesso hanno comunque un valore sociale, potendo essere riciclati o essendo necessaria la loro eliminazione dalla circolazione per motivi di salute(si pensi al cibo). Soprattutto essi divengono immediatamente di proprietà del Comune.

Diverso è il caso in cui i rifiuti non sono prelevati dai cassonetti ma da terra o da altro luogo nel quale siano stati indebitamente abbandonati. In tal caso, trovare un diritto di proprietà che giustifichi la riconducibilità del comportamento alla fattispecie di furto è più complesso, se non impossibile. Si consideri però che tal volta potrebbe ricorrere in un altro illecito.

Esposto del Codacons.

A sostenere a gran voce che sottrarre beni dai cassonetti sia furto, in particolare, è stato il Codacons (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori) che nel 2013 ha presentato addirittura un esposto alla Procura di Roma oltre che una diffida per mancato controllo al Comune capitolino.

Il degrado inaccettabile che le persone che frugano nei cassonetti rappresentano per il Codacons è, insomma, conseguenza di una chiara ipotesi di reato.

Peraltro oltre che un furto, frugare nell’immondizia, era anche un rischio non indifferente per la privacy dei cittadini.

Furto nella piazzola ecologica.

Quelle che sembrano solo astratte dissertazioni, in realtà, non lo sono affatto ma, anzi, stanno iniziando a trovare vero e proprio spazio nelle aule di giustizia anche se solo limitatamente a ipotesi peculiari.

Ci si riferisce, in particolare, al caso in cui la sottrazione dei rifiuti avvenga all’interno della piazzola ecologica nella quale essi sono smistati.

Sostanzialmente: nel passaggio successivo a quello della loro conservazione nei cassonetti.

Con la sentenza numero 350 del 23 febbraio 2016, infatti, la sezione penale del Tribunale di Udine ha condannato un uomo per aver rubato dall’area della piazzola due televisori abbandonati.

Per il giudice i beni conservano comunque un valore economico, anche se sono dismessi.

Oltretutto nel caso di specie non è stato possibile nemmeno applicare la non punibilità del fatto: il furto, infatti, essendo avvenuto in uno stabilimento pubblico è stato reputato aggravato, con conseguente superamento della soglia edittale massima.