Belluno, 5 ottobre 2021: Martina, giovane carabiniere, sconosciuta, un numero come tanti altri, che si ritrovava in un paesino sperduto del Veneto a convincere una giovane madre a non buttarsi giù da un ponte.
Si siede a pochi metri da lei ed instaurano un lungo discorso, la signora gli parla dei suoi problemi economici, la paura di non poter assicurare ai suoi figli un futuro dignitoso, Martina dal canto suo la calma, la tranquillizza, riesce a ribaltare le sue fragilità ed a trasformarle in speranza, in forza d’animo.
Dopo 4 ore e mezzo (ripeto 4 ore e mezzo) scendono abbracciate ed esplodono entrambe in un pianto liberatorio.
“Ho capito che non lo avrebbe fatto quando ho visto trascorrere così tante ore. Non era decisa, altrimenti non avrebbe aspettato. Abbiamo parlato dei figli e ho intuito di aver centrato il suo punto debole.
Spontaneamente ha fatto una telefonata a un suo familiare. Chiuso il telefono è scoppiata a piangere e sono riuscita a fare dei passi verso di lei, finché non le sono arrivata accanto. Le ho preso la mano e l’ho aiutata ad arrampicarsi sul lato sicuro del ponte, all’interno del parapetto.
Quando ci siamo avvicinate ci siamo abbracciate forte e siamo scoppiate insieme in un pianto liberatorio. È stata un’emozione immensa. Poi siamo rientrate insieme. Per strada mi ha detto di aver fatto un errore. Ha capito che, nonostante tutte le difficoltà, la famiglia è sempre con lei e l’ha sempre sostenuta.
È stata una vittoria per entrambe e per me una grande soddisfazione quella di sapere di aver salvato una persona in un momento così difficile”
Ma, partiamo con ordine: erano da poco passate le 8 del mattino quando un cittadino, chiamando il 112, ha riferito di una donna con le gambe a penzoloni su un ponte di tipo tibetano di una strada forestale nel comune di Perarolo che unisce i due lati di un canalone profondo più di 80 metri.
A giungere sul posto è stata una prima pattuglia dei Carabinieri della Compagnia di Cortina d’Ampezzo: immediatamente si sono resi conto che la donna non era una escursionista in pericolo, ma che aveva intenzione di farla finita, avendo scavalcato le protezioni laterali, poggiando i piedi su uno dei tiranti che impedisce il ribaltamento del ponte, praticamente nel vuoto.
Un carabiniere si è avvicinata alla donna iniziando un contatto verbale e cercando di carpire i problemi della donna, madre di tre figli, originaria del trevigiano, che per motivi personali era intenzionata a farla finita.
Non consentiva a nessuno di avvicinarsi né tantomeno di parlare, interloquendo solo con la giovane carabiniere seduta a terra a pochi metri dalla donna. Le due hanno parlato di tutto fino a che l’argomento non è stato dirottato sui figli, come consigliato dal militare negoziatore, anch’egli giunto sul posto, specializzato nelle trattative di questo tipo, ma che non ha potuto intervenire direttamente per espresso diniego della donna.
L’argomento ha aperto alla fine un varco nella confusione della donna, facendo leva sul bisogno di amore dei figli, dei sensi di colpa che avrebbe ingenerato loro. Raccogliendo tutte le sue forze la donna ha quindi scavalcato il parapetto, tornando sul ponte dove ha abbracciato la giovane carabiniere che l’ha fatta desistere ed insieme hanno pianto.
Fonte: www.today.it/cronaca/
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