I meri sospetti non devono interrompere i rapporti tra padre e figlia e tra nonni e nipote.

Classico caso di accuse infondate contro l’ex coniuge.

Divorziò nel 2006 quando la bambina aveva 2 anni e dal 2007 sino al 2013 si è visto negare il diritto di visita e di alloggio per sospetti di abusi sessuali (nel 2009 furono accusati anche i nonni paterni) sollevati con due distinte querele dalla ex moglie.

Ben 2 CTU e due sentenze evidenziarono come i sospetti della donna fossero totalmente infondati, ma la CDA nel 2011, ignorando queste perizie, vietò all’uomo ed ai suoi genitori ogni contatto con la bimba.

Nel 2015 il Tribunale di Catania ha evidenziato come questa interruzione per sospetti infondati avesse causato un danno grave ed irreparabile alla bimba che non aveva potuto aver per molti anni rapporti col padre, i nonni paterni ed il fratellastro nato nel frattempo.

Violato l’art. 8 Cedu.

La CEDU ribadisce come il rapporto padre-figlia sia fondamentale per il corretto sviluppo psico-fisico della minore e come debba essere garantito quello con i nonni ed il resto della famiglia.

Lo Stato ha doveri positivi e negativi di garantire questo legame familiare, pur avendo ampio margine discrezionale nell’adozione delle misure e dei mezzi per conseguire tale fine: essi, però, devono essere adottati rapidamente per evitare che il trascorrere del tempo aggravi il danno subito dal minore e dal genitore (Manuello e Nevi c. Italia e Zhou c. Italia nei quotidiani del 20/1/15 e 23/1/14).

Nella fattispecie c’è stata un’interferenza illecita, arbitraria e non necessaria in uno stato democratico: i giudici hanno errato ad interrompere questi rapporti sulla scorta di meri sospetti senza tener conto che due perizie ed alcune decisioni ne avevano dimostrato l’infondatezza.

Riconosciuto un ricco indennizzo.

Sempre sull’Italia oggi la CEDU ha deciso il caso Messana c. Italia (ric. 26128/04) sulla lesione del diritto di proprietà dei ricorrenti, spogliati illegalmente di un loro terreno, poi acquisito dalla PA con un esproprio indiretto, in deroga alle norme ed alle modalità che regolano l’espropriazione.