La sera del 5 febbraio 1981, l’Appuntato Enea CODOTTO e il Carabiniere Luigi MARONESE vengono uccisi da un gruppo di terroristi.

La sera del 5 febbraio 1981 la pattuglia del locale Nucleo Operativo e Radiomobile con a bordo l’appuntato Enea Codotto di 25 anni e il carabiniere Luigi Maronese di 23, avvertita dalla chiamata di un cittadino, si portò nei pressi del canale Scaricatore, nel quartiere Bassanello, alla periferia di Padova.

Arrivati sul posto, i due sorpresero alcuni militanti dei Nar (un gruppo terroristico) che tentavano di recuperare un borsone di armi precedentemente nascoste nel del canale. Scoperto, il gruppo (composto dai fratelli Cristiano e Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Gilberto Cavallini, Giorgio Vale e Gabriele De Francisci) ingaggiò un violento conflitto a fuoco con gli agenti, colpendoli a morte. Prima di essere uccisi, i carabinieri riuscirono a loro volta a colpire Valerio Fioravanti, che, gravemente ferito ad entrambe le gambe, fu arrestato.

 Il 29 gennaio 1982 vennero concesse alla Loro memoria le medaglie d’oro al Valor Militare con le seguenti motivazioni:

CODOTTO (Latisana, 22 aprile 1955)

“Capo equipaggio di autoradio di nucleo operativo e radiomobile, già distintosi in precedente, rischiosa operazione di servizio per la quale era stato promosso per benemerenze d’istituto, interveniva di notte, in località isolata, ove sorprendeva alcune persone sospette, risultate successivamente appartenere a pericoloso gruppo eversivo, mentre recuperavano armi e munizioni precedentemente occultate in un canale. Sostenuto dall’azione del militare autista — che reagiva con l’arma in dotazione, benché ferito da terrorista in agguato — ingaggiava con quest’ultimo violento conflitto a fuoco, incalzandolo e ferendolo gravemente. A sua volta proditoriamente aggredito dagli altri terroristi che gli esplodevano contro numerosi colpi di arma da fuoco, cadeva privo di vita. L’eroico comportamento consentiva la cattura del terrorista ferito, l’ identificazione e l’arresto di numerosi componenti del gruppo eversivo e di fiancheggiatori appartenenti alla delinquenza comune, nonché il recupero di un notevole quantitativo di armi, munizioni, esplosivi e documenti rinvenuti anche in diversi covi dagli stessi utilizzati. Mirabile esempio di eccelse virtù militari, fulgido ardimento ed assoluta dedizione al dovere. Padova, 5 febbraio 1981.”

MARONESE (Treviso, 8 ottobre 1957)

“Conduttore di autoradio di nucleo operativo e radiomobile, interveniva, di notte, in località isolata, unitamente a graduato capo equipaggio, per identificare alcune persone, risultate successivamente appartenere a pericoloso gruppo eversivo, mentre recuperavano armi e munizioni precedentemente occultate in un canale. Proditoriamente aggredito da terrorista in agguato, mentre si accingeva ad allertare la centrale operativa, benché gravemente ferito da colpi di arma da fuoco, reagiva con l’arma in dotazione favorendo l’intervento del capo equipaggio che, dopo violento scontro a fuoco, feriva gravemente il malfattore, prima di cadere, a sua volta, colpito da altri terroristi. L’eroico comportamento consentiva la cattura del terrorista ferito, l’identificazione e l’arresto di numerosi componenti del gruppo eversivo e fiancheggiatori appartenenti alla delinquenza comune, nonché il recupero di un notevole quantitativo di armi, munizioni, esplosivi e documenti rinvenuti anche in diversi covi dagli stessi utilizzati. Luminoso esempio di attaccamento al dovere spinto fino all’estremo sacrificio. Padova, 5 febbraio 1981.”

La sera del 5 febbraio 1981, una classica serata invernale, fredda e limpida, quando due colleghi del Nucleo Radiomobile di Padova iniziano il loro servizio a bordo dell’autoradio “Eden 8”.

Sono giorni difficili, con un clima molto pesante sulla Città per fatti di terrorismo, giorni che ancora oggi vengono ricordati. L’equipaggio è costituito dall’appuntato Enea Codotto  e dal carabiniere Luigi Maronese . Il Capo equipaggio è un graduato di spiccate qualità professionali e morali.

Qualche tempo prima, nei pressi di Bibione, in provincia di Venezia, ha sventato da solo una rapina in una gioielleria, ferendo un bandito che all’intimazione di fermarsi gli ha sparato contro, fortunatamente senza colpirlo, per cui è stato promosso Appuntato per “Benemerenze d’Istituto”; Luigi Maronese, l’autista, più giovane di età, è considerato un brillante Carabiniere, peraltro prossimo al matrimonio.

Verso le 21,30, la “Eden 8” percorre il lungargine Ziani, un lungo camminamento parallelo al canale Scaricatore, nei pressi del quartiere Guizza, quando il Capo equipaggio nota sull’altra sponda un movimento sospetto, per cui dice al gregario di raggiungere ponte Quattro Martiri per effettuare un controllo, avvisando la Centrale Operativa che allerta un’altra autoradio per l’eventuale supporto. L’Alfetta imbocca così lo sterrato, lentamente, illuminando con il faro brandeggiabile la riva del canale.

Questa la scena:

due uomini nell’acqua tentano di occultarsi tra il canneto; Codotto intima loro di fermarsi ma, per tutta risposta, viene esplosa una raffica di arma automatica che centra l’autoradio e ferisce entrambi i militari che balzano a terra e replicano al fuoco, Maronese con la pistola 92″S” e Codotto con una raffica di M12.

Una terza persona, con muta da sub indossata, risale intanto – non vista – l’argine impugnando una pistola di grosso calibro e, raggiunti i due feriti, spara ancora sui loro corpi, fuggendo subito dopo, sebbene a sua volta colpito ad una gamba dall’arma di Codotto.

Quando l’altro equipaggio giunge sul posto, purtroppo tardi, non può che constatare il decesso dei Colleghi ai quali sono state tolte le armi d’ordinanza. Quindi l’allarme, che si propaga per la Città, rimbalzando, come avveniva allora, rapidissimo, amaro, disperato e furioso ovunque, nella Provincia, nel Veneto, nel Nord Est come in tutta Italia.

Sul posto sono rinvenuti due borsoni pieni di armi, munizioni ed esplosivo. La pista dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari), è subito seguita.

Sempre a Padova, poco dopo le 23, al centralino della Croce Rossa giunge la chiamata di un barista del centro storico, che avverte che poco prima sono entrati nel suo locale due soggetti molto strani, con vestiti bagnati, uno dei quali probabilmente ferito, che si sono improvvisamente allontanati dopo aver detto di voler consumare qualcosa.

Il responsabile della Croce Rossa, già al corrente del cruento conflitto a fuoco, informa la Centrale Operativa dei Carabinieri che invia una pattuglia sul posto. Seguendo le tracce di sangue che dal bar attraversano i portici, il capo servizio constata che conducono ad un androne della vicina via Cesare Battisti.

Chiesti rinforzi e fatta irruzione in un appartamento, vengono sorprese due persone, una di loro è Valerio “Giusva” Fioravanti, elemento di spicco dei NAR, ferito ad una gamba, che si arrende subito unitamente al complice.

Gli altri terroristi, tra i quali la tristemente nota “Pasionaria” Francesca Mambro, si sono però dileguati.  Lungargine Scaricatore, oggi, si chiama “Lungargine Codotto e Maronese”.

Da molto tempo il Comune lo ha in manutenzione speciale avendovi creato una splendida pista ciclabile e da jogging, con un bellissimo impianto di illuminazione pubblica a luce gialla, percorsa ogni giorno, nelle belle giornate anche invernali, da tanti padovani, giovani e meno giovani; si incontrano, poi, quei due alti pioppi, proprio dove si è verificata la tragedia, con un monumento in pietra semplicissimo, con le fotografie dei due carabinieri in uniforme, con due nomi, Enea Codotto e Luigi Maronese, ed una data, 5 febbraio 1981.

(Tratto da uno scritto del Generale dei Carabinieri Raffaele Vacca)

Fonti:

https://it.wikipedia.org/wiki/Raffaele_Vacca