Amy Winehouse /-/ Back to Black & Rehab … (Videoclip)

BIOGRAFIA

Amy Jade Winehouse nasce il 14 settembre 1983 da una famiglia di origine ebreo-russa a Southgate, quartiere settentrionale di Londra. Già in età adolescente mostra di preferire la musica allo studio (a 13 anni viene espulsa da scuola per scarso profitto), fondando un piccolo gruppo rap amatoriale che già nel nome, Sweet’n’Sour, si ispira al modello delle Salt’n’Pepa.

A sedici anni Amy è già votata al professionismo: la nota l’astuto ideatore di “Pop Idol”, Simon Fuller, che la mette sotto contratto con la sua agenzia di management, 19 Entertainment, e le procura un contratto discografico con la Island Records.

Il primo album, FRANK, esce nel 2003 riscuotendo subito un ottimo successo di critica e di pubblico (disco di platino, oltre 300.000 copie vendute) grazie alle sofisticate sonorità vintage e jazzate ma soprattutto alla sorprendente voce della cantante, “nera” e molto più matura di quanto la sua giovane età possa far supporre. Il singolo “Stronger than me”, composto dalla Winehouse col produttore Salaam Remi, le frutta anche un Ivor Novello Award, prestigioso premio inglese riservato ad autori e compositori musicali.

L’inquieta Amy è tuttavia insoddisfatta dei risultati, a suo modo di vedere troppo manipolati in studio e poco in linea con le sue vere aspirazioni musicali: decide dunque di prendersi un lungo periodo sabbatico durante il quale resta sulle pagine dei giornali gossip e delle testate musicali soprattutto in virtù di una serie di gaffe, incidenti e intemperanze che hanno a che fare con la sua passione per gli spinelli e l’alcol (di questo parla esplicitamente il successivo singolo “Rehab”) ma anche, pare, con ricorrenti crisi depressive.

Perso drasticamente peso, si ripresenta a fine 2006 con un nuovo disco, BACK TO BLACK, ispirato alla musica dei gruppi vocali femminili anni ’50 e ’60, a Phil Spector e alla Motown: coprodotto ancora da Remi a fianco di Mark Ronson (Robbie Williams, Christina Aguilera, Lily Allen) e lanciato dal succitato “Rehab” (top ten in Gran Bretagna), il cd scala le classifiche inglesi raggiungendo il numero uno nel gennaio del 2007.

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Intanto piovono altri riconoscimenti (un Brit Award come migliore artista britannica di sesso femminile) e gratificazioni anche da parte di colleghi blasonati come Paul Weller, che condivide il palco con lei in un paio di occasioni.

Il 2007 è costellato da due cose: la crescita inarrestabile della sua fama e del suo successo, e il susseguirsi di gossip e notizie sulla sua disastrata vita, tra liti con il marito, uscite pubbliche imbarazzanti e problemi di dipendenze. Il culmine arriva nel 2008, quando le viene inizialmente rifiutato il visto di ingresso negli Stati Uniti, dove sarebbe dovuta recarsi per partecipare alla cerimonia dei Grammys. Si esibisce comunque in collegamento dall’Inghilterra, e risulta la trionfatrice della serata, con ben cinque premi.

Gli anni successivi sono molto, molto tormentati: Amy fa notizia soprattutto per i suoi problemi di dipendenza, le continue liti con il compagno/marito Blake Fielder-Civil (da cui divorzia definitivamente nel 2009), e l’incapacità di dare un seguito alla sua carriera discografica.

Riesce a tenere qualche concerto sparso qua e là, si ritira per diverso tempo nell’isola di Santa Lucia. Ma la prima vera tournée, organizzata in Europa per l’estate del 2011, naufraga dopo la prima data a Belgrado, in cui la cantante si presenta visibilmente alterata e incapace di cantare. Poche settimane dopo, il 23 luglio, viene trovata cadavere nella sua abitazione di Londra.

Il 5 dicembre esce il nuovo disco postumo, prodotto da Salaam Remi Gibbs e Mark Ronson e intitolato LIONESS: HIDDEN TREASURES, che contiene brani nuovi e cover, come “Body and soul”con Tony Bennett.

A novembre 2012 esce il cofanetto AMY WINEHOUSE AT THE BBC, composto da quattro dischi. Nuovo materiale è atteso per un paio di album postumi, visto che Amy aveva inciso diverse demo e anche un duetto con il rapper Cee Lo Green.

Nel 2015 esce il documentario”Amy”, presentato al Festival di Cannes, e subito disconosciuto dalla famiglia – che dice di voler realizzare un altro film per raccontare la propria versione dei fatti.

La sua morte

Amy Winehouse, la grande cantante inglese precocemente scomparsa nel luglio del 2011, passò l’ultima notte della sua vita davanti al computer, come ipnotizzata dai video musicali delle sue canzoni su YouTube. E intanto beveva vodka, così tanta da superare di cinque volte il limite consentito per chi guida, e fu proprio un eccesso di alcol a ucciderla, seconda quanto ha stabilito l’autopsia. Ma questo già si sapeva.

A fornire i nuovi dettagli sulle ultime ore della giovane artista è stata la sua guardia del corpo, che ha testimoniato a una nuova e finale udienza dell’inchiesta della magistratura sulle cause e le circostanze del decesso.

Andrew Morris, che faceva la scorta ad Amy e diceva di avere con lei un rapporto da “fratello e sorella”, ha raccontato al giudice che quella sera lui e la cantante erano soli in casa, nell’abitazione di lei a Londra. L’uomo ordinò una cena da asporto in ristorante indiano del quartiere e Amy andò a mangiarsela da sola nella sua stanza. “Sembrava la stessa di sempre, non si comportava in modo diverso dal solito”, ha detto la guardia del corpo.

Ma un particolare avrebbe forse potuto metterlo in allarme: la Winehouse guardava se stessa. Passò la serata con gli occhi sulle immagini dei video delle sue canzoni su YouTube. “Non glielo avevo mai visto fare prima, non era una sua abitudine”, ha ammesso Morris.

Quando al mattino è andato a controllare se lei era sveglia, l’ha vista sul letto e pensava che fosse ancora addormentata. Più tardi, a un secondo controllo, notò che era nella stessa posizione di prima e a questo punto si insospettì: le tastò il polso, non sentì alcun battito e notò varie bottiglie vuote di vodka nella stanza. Ma era troppo tardi per salvarla. Amy aveva sconfitto la sua dipendenza dalla droga, ma pochi giorni prima di morire aveva ricominciato a bere pesantemente.

Secondo testimonianze emerse in precedenza nell’inchiesta era svenuta tre volte per eccesso di vodka nella sua ultima settimana di vita. E la sera della morte era così ubriaca da avere inviato un tweet delirante.

Ciononostante, non voleva autodistruggersi. Non voleva morire.

In una testimonianza scritta resa pubblica ieri all’udienza, il suo medico personale, Cristina Romete, ha raccontato di averla incontrata la sera prima della fatale overdose alcolica: “Amy mi disse specificatamente che non voleva uccidersi, non voleva morire”, afferma la dottoressa.

Era stata avvertita dei rischi che correva con l’alcol. Purtroppo non è stata capace di fermarsi da sola. E non c’era nessuno con lei quella sera in grado di aiutarla. A parte la guardia del corpo, al piano di sotto, inconsapevole del dramma che si stava svolgendo.

Testo, tradotto in italiano, della canzone “Back to Black” (Torno in lutto)

Non ha lasciato tempo ai rimpianti
si è tenuto il ca**o bagnato
con la sua solita vecchia scommessa sicura
io e la mia testa alta,
e le mie lacrime prosciugate
vado avanti senza il mio uomo
tu sei tornato indietro da quello che conoscevi
sei stato così lontano da tutto quello che abbiamo passato
ed io ho calpestato un terreno dissestato
le circostanze mi sono sfavorevoli
tornerò in lutto

Ci siamo detti addio solo a parole
io sono morta un centinaio di volte
tu torni da lei
e io ritorno da…

Io ritorno da noi

Ti amo tanto,
non è abbastanza
tu ami sniffare e io amo fumare
e la vita è come una canna fumaria
e io sono un minuscolo centesimo che prova a risalirne le mura

Ci siamo detti addio solo a parole
io sono morta un centinaio di volte
tu torni da lei
e io ritorno da…

Ci siamo detti addio solo a parole
io sono morta un centinaio di volte
tu torni da lei
e io ritorno…

In lutto, lutto lutto
ritorno
ritorno

Ci siamo detti addio solo a parole
io sono morta un centinaio di volte
tu torni da lei
e io ritorno da…

Ci siamo detti addio solo a parole
io sono morta un centinaio di volte
tu torni da lei
e io ritorno in lutto.

Testo, tradotto in italiano, della canzone “Rehab” (Riabilitazione)

Hanno provato a farmi andare in riabilitazione ma io ho detto “no no no”
si mi sono infuriata ma quando tornerò tu saprai saprai
non ho il tempo e se mio padre crede che io stia bene
vuol dire che è stanco di provare a mandarmi in riabilitazione ma non andrò non andrò non andrò

piuttosto me ne starei a casa con Ray
non ho 70 giorni
perchè non c’è niente
non c’è niente che tu puoi insegnarmi
che io non possa imparare da Mr.Hathaway

non ho imparato molto a scuola
ma so che la fortuna non arriva in un bicchiere d’oro*

hanno provato a farmi andare in riabilitazione ma io ho detto “no no no”
si mi sono infuriata ma quando tornerò tu saprai saprai
non ho il tempo e se mio padre crede che io stia bene
vuol dire che è stanco di provare a mandarmi in riabilitazione ma non andrò non andrò non andrò

quell’uomo ha detto “perchè credi di essere qui?”
io ho risposto “non ne ho idea,
perderò, perderò il mio tesoro,
quindi mi tengo sempre vicina una bottiglia”
lui ha detto “penso solo che tu sia depressa
baciami qui e poi và a riposarti, tesoro”

hanno provato a farmi andare in riabilitazione ma io ho detto “no no no”
si mi sono infuriata ma quando tornerò tu saprai saprai

non voglio bere mai più
ho solo bisogno di un amico
non passerò dieci settimane qui
mentre tutti pensano che stia in via di guarigione

non è solo questione di orgoglio
è solo per le lacrime che ho buttato

hanno provato a farmi andare in riabilitazione ma io ho detto “no no no”
si mi sono infuriata ma quando tornerò tu saprai saprai
non ho il tempo e se mio padre crede che io stia bene
vuol dire che è stanco di provare a mandarmi in riabilitazione ma non andrò non andrò non andrò