Carabiniere ucciso, quei garantisti “interessati” per la (brutta) foto del delinquente americano bendato. A cura di Nicola Porro … (Video)

I Carabinieri chiamano il pusher (Brugiatelli) per farsi spiegare meglio la dinamica dei fatti denunciati dallo stesso Brugiatelli pochi minuti prima al 112 (il tassello degli agenti in borghese)

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Un nuovo tassello che aiuta a fare chiarezza sull’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega.

Con la diffusione della seconda telefonata tra i Carabinieri e Brugiatelli, il “pusher” che aveva denunciato il furto del borsello da parte dei due giovani americani (e il tentativo di estorsione), si chiariscono altri passaggi della vicenda che ha portato al delitto.

In seguito alla sua prima chiamata al 112, Brugianelli viene richiamato al numero da cui è partita la richiesta di aiuto. Risponde il proprietario del cellulare, un clochard, che contatta lo stesso Brugiatelli.

Il presunto spacciatore si accorda sull’arrivo della pattuglia e, tra le alte cose, elemento non secondario per lo sviluppo dei fatti, dalla stazione dei CC si specifica che sarebbero stati inviati uomini in borghese qualora gli autori del furto si fossero trovati sul posto.

Vi è di più, tra le tante interviste rilasciate dal Comandante della Stazione, di cui faceva parte il V. Brig. Cerciello, una in particolare che dichiara che quella sera in giro di pattuglia vi erano due auto, di cui una in borghese capeggiata dal Cerciello.

Nicola Porro, interviene sulla foto incriminata, per la quale i vertici dell’Arma hanno già preso i provvedimenti sull’autore dello scatto, che vede coinvolto uno dei due giovani statunitensi, che lo si vede seduto all’interno degli uffici del Reparto Operativo di Roma, in attesa di essere interrogato dal Magistrato, ponendo dei dubbi sulla stampa italiana non risparmiando nessuno.

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E’ giusto ricordare agli americani che i due ragazzi dichiarati in stato di arresto per l’omicidio del V. Brig. Cerciello Rega Mario, non sono militari ma semplici studenti che si trovavano in Italia per puro divertimento, quindi l’applicabilità delle leggi penali vigenti sul nostro suolo:

Codice penale:

Art. 6.

Reati commessi nel territorio dello Stato.

1) Chiunque commette un reato nel territorio dello Stato è punito secondo la legge italiana.

2) Il reato si considera commesso nel territorio dello Stato , quando l’azione o l’omissione, che lo costituisce, è ivi avvenuta in tutto o in parte, ovvero si è ivi verificato l’evento che è la conseguenza dell’azione od omissione.

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Cfr. Cassazione Penale, Sez. I, Sentenza 3 luglio 2018, n. 29832.

La norma conferma l’applicazione nel nostro ordinamento del principio di territorialità, secondo il quale la legge nazionale si applica a tutti i soggetti (cittadini e stranieri) che delinquono nel territorio dello Stato, ed al contempo, per ragioni di certezza, si occupa di specificare quando il c.d. locus commissi delicti integri il principio in esame, radicando la competenza territoriale del Giudice penale italiano.

La norma in oggetto coglie la differenziazione (anche normativa) che si ha tra varie tipologie di reato, come ad esempio reati di azione, in cui l’evento dannoso o pericoloso fa parte dell’azione o dell’omissione stessa, e reati di evento, in cui non per forza è punita l’azione in sé e per sé, ma solo l’eventuale verificarsi dell’evento (ad es. l’omicidio).