Dopo una proficua sperimentazione operativa sul territorio, è stato ufficialmente attivato l’impiego di un nuovo strumento a supporto dell’attività delle Forze di polizia nel contrasto alle violenze domestiche e di genere, soprattutto nella delicata fase di primo intervento.
Si tratta dell’applicativo interforze Scudo, nato da uno specifico progetto elaborato dalla direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri, sviluppato dal Servizio per i sistemi informativi interforze della direzione centrale della Polizia Criminale d’intesa con l’Ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle Forze di polizia.

Il programma consentirà la consultazione di dati, integrando i sistemi operativi multimediali e informativi già in uso alle Forze di polizia e, in quanto applicativo del portale del Sistema informativo interforze, permetterà di evidenziare i precedenti interventi degli equipaggi nei confronti di vittime di lite, o violenza, anche nei casi in cui non sia stata proposta denuncia o querela.
Saranno in questo modo monitorati episodi rientranti nel cosiddetto “codice rosso”, non sempre caratterizzati da particolari gravità o aggressività, come le liti verbali, ma che, attraverso una condotta abituale, potrebbero assumere rilievo penale e diventare atti persecutori o maltrattamenti ai danni di familiari o conviventi.
Le maggiori informazioni, quantitative e qualitative, consentiranno agli operatori delle Forze di polizia di avere maggiore contezza di precedenti interventi sul medesimo obiettivo, con l’impiego di tablet in dotazione che, oltre alla consultazione dei dati, permetteranno di implementare e valorizzare dopo ogni intervento dettagli informativi disponibili per tutti gli operatori di polizia, per decisioni tempestive e sinergiche.
L’applicativo sarà accessibile principalmente agli operatori della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri impegnati nei servizi di controllo con la possibilità di essere esteso anche agli agenti della Guardia di Finanza nei casi di bisogno.
Un invito a mantenere alta l’attenzione sul fenomeno della violenza di genere viene ribadito nella circolare a firma Direttore Centrale Anticrimine, prefetto Francesco Messina, che invita i questori, soprattutto nella fase della prevenzione, a far seguire una serie di indicazioni e nuove prassi operative che tengano conto delle particolari condizioni psicologiche in cui si trovano le vittime.
Si esortano, per esempio, gli operatori di polizia a non ricondurre le liti domestiche ai cosiddetti “privati dissidi” di cui si parla nel Testo unico di pubblica sicurezza, quelli che i pubblici ufficiali devono cercare di ricondurre a bonaria composizione, e ad aiutare le vittime a non sottovalutare il pericolo che corrono.
Gli stessi questori vengono, inoltre, invitati a creare tutte le sinergie possibili intorno al fenomeno: da quelle immediatamente riconducibili a più efficaci prassi operative all’interno delle stesse questure e con le altre Forze di polizia, ai contatti con i competenti Uffici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per collaborazioni con le Direzioni degli Istituti di pena presenti sul territorio di competenza.
Fonte: Ministero dell’Interno